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Notizia

Sep 05, 2023

I venti mondani: coltivare l'equanimità

Meditazione Mese della meditazione 2023

Coltivare l’equanimità ci permette di affrontare con rispetto gli eventi incerti e mutevoli, ma senza lasciarci governare da essi.

Ognuna delle nostre vite sarà toccata da quelli che vengono chiamati i venti del mondo. Momenti di lode e biasimo, successo e fallimento, piacere e dolore, guadagno e perdita sono intrecciati in ogni vita umana. Alla luce dell'approvazione e della lode, risplendiamo; alla luce della disapprovazione e della colpa, ci troviamo vergognosi e appassiti.

Comprensibilmente desideriamo essere accettati e apprezzati: il nemico più vicino di questo desiderio molto umano è la ricerca dell'approvazione e della lode. Troppo facilmente ci mettiamo ai capricci delle parole di affermazione di un altro. Comprensibilmente la colpa, il giudizio e la critica sono difficili da sopportare. Il nemico più prossimo di questo dolore è cercare una perfezione sfuggente o renderci sordi al feedback degli altri. Troppo facilmente interiorizziamo la rabbia e l’avversione degli altri come misura accurata di chi siamo. Siamo inclini a personalizzare sia la lode che il biasimo, descrivendo noi stessi in base ad essi e sottoponendoci all’euforia e alla disperazione. L’equanimità scompare nella contrattilità dell’identificazione.

La meravigliosa meditazione che abbiamo finalmente raggiunto, l’amore che eravamo sicuri sarebbe durato per sempre, la nostra salute e la nostra giovinezza: tutto ciò ne è felice, ma tutto cambierà e ci viene chiesto di affrontare il tetro panorama della delusione e dei sentimenti di fallimento. La vita continua a insegnarci le dure lezioni del lasciare andare. Culturalmente ci viene detto che il nostro valore come esseri umani è definito dai nostri successi e che il fallimento è inaccettabile, un atto d’accusa contro la nostra dignità. Durante la recente recessione, i tassi di malattie mentali e di suicidio sono saliti alle stelle. Ci sforziamo di diventare il tipo di persona immune al fallimento e di difendere con paura i nostri successi. Culturalmente ci viene insegnato che il successo apre le porte all’amore, all’accettazione e alla ricompensa, mentre il fallimento ci condanna all’ombra della vita. Possiamo diventare frenetici nella nostra ricerca per garantire il nostro benessere attraverso il successo e il possesso e arrivare a temere la perdita di quella certezza, credendo che ci condannerà a una vita di invisibilità e insensatezza. Possiamo anche credere che l’equanimità sarà il risultato dell’assicurarsi il successo piuttosto che essere trovato attraverso la volontà di essere ugualmente vicini agli alti e ai bassi della vita.

I nostri cuori sono toccati e rallegrati dai momenti di piacere e delizia che il mondo ci offre. Le gioie semplici della luce del sole che tocca il nostro viso, le grandi gioie di un bambino appena nato, l'arte meravigliosa, la musica e la poesia a nostra disposizione rallegrano i nostri cuori e arricchiscono le nostre vite. Amiamo la salute, le belle emozioni e i pensieri piacevoli. Non ci apriamo così facilmente ai momenti di dolore: alle malattie inaspettate, alle emozioni difficili, ai pensieri ripetitivi, alle immagini e ai suoni fastidiosi. I suoni degli uccelli fuori dalla finestra sono soffocati dal rombo del camion della spazzatura. Una fantasia o un piano delizioso vengono sostituiti da un'ossessione da incubo. La nostra salute vacilla e a volte diventiamo stanchi e annoiati da ciò che prima ci piaceva.

Sviluppiamo l’abitudine di propendere e perseguire il piacevole, rifuggire dallo spiacevole e fare tutto il possibile per organizzare le condizioni della nostra vita in modo da proteggerci dal dolore. Raramente comprendiamo che la nostra stessa ricerca del piacere ci rende sempre più intolleranti al dolore e ci lega a una vita di agitazione e ansia. L’equanimità racchiude in sé una qualità di resilienza che non è una corazza contro i venti del mondo, ma nasce dalla forza interiore e dall’equilibrio. Siamo profondamente colpiti dai cambiamenti e dagli eventi inattesi sia del bello che del non bello. Ci piegheremo davanti alla forza di quei venti ma impareremo a ritornare alla rettitudine. Coltivando la nostra capacità di equilibrio, impariamo ad affrontare i tanti piccoli momenti di disagio che fanno parte della nostra esperienza quotidiana senza tirarci indietro o voltarci dall'altra parte, scoprendo che è possibile circondare il disagio con una calma quiete. Scopriamo la capacità di soddisfare i tanti piccoli momenti belli della nostra giornata con una qualità di apprezzamento che non è distorta dal nostro desiderio di possedere e mantenere il piacere del bello.

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